Il controllo e la manutenzione degli pneumatici sono fondamentali per risparmiare carburante, per una guida in sicurezza e per l’incolumità di pilota e passeggeri. Quando gli pneumatici non sono più performanti e, soprattutto, non garantiscono più la sicurezza, è giunto il momento di sostituirli. Tuttavia, non è sempre necessario ricorrere a un set di gomme nuovo, ma potete avvalervi di pneumatici rigenerati, che rappresentano a tutti gli effetti una valida alternativa ecologica a uno pneumatico nuovo di zecca. Vediamo quale opzione può rivelarsi la più conveniente e adatta al vostro caso.
Come si ottengono gli pneumatici ricostruiti
Per pneumatici ricostruiti si intende un tipo di pneumatici ottenuto sostituendo il battistrada usurato con uno nuovo, perciò intatto. Per creare uno penumatico ricostruito si ricorre a un processo chiamato vulcanizzazione. La vulcanizzazione consiste nel fondere assieme parti di gomma usurata con gomma nuova, ottenendo così uno pneumatico ibrido. Ovviamente, possono essere ricostruite solo le gomme che non presentano condizioni di eccessiva compromissione. Inoltre, la vulcanizzazione può essere applicata a gomme invernali o estive, senza distinzione di stagioni.
Anche per gli pneumatici ricostruiti sono previsti dei test, al pari delle gomme nuove. Questo passaggio è fondamentale per l’ottenimento della certificazione europea che precede l’omologazione per la vendita. L’ottenimento della suddetta certificazione è sancito dall’apposizione del marchio Ece Onu 108 – 109 sullo pneumatico stesso. Le sigle “108 R” o “109 R” vengono apposte sulla spalla dello pneumatico e indicano il parametro europeo. La lettera “E” iscritta in un cerchio sta a indicare il paese di produzione e l’omologazione europea. Seguono poi 6 numeri, che identificano lo stabilimento di produzione. Infine, sono riportati la sigla “R” che sta per Retread, vale a dire “ricostruito”, il marchio del costruttore e la data di costruzione, indicata da settimana e anno. Uno pneumatico ricostruito per auto può subire fino a un massimo di 3 processi di ricostruzione.
I vantaggi di utilizzare gli pneumatici ricostruiti
Come abbiamo già detto, gli pneumatici ricostruiti rappresentano una scelta ecologica. Il consumo di greggio per produrli si attesta attorno ai 5,5 l, a fronte di un utilizzo di 25 l per uno pneumatico nuovo, quindi un consumo quintuplicato. A ciò va aggiunto un notevole risparmio energetico, stimato intorno al 70% rispetto a una gomma nuova. Secondo un decreto del Ministero dell’ambiente del 2003, gli pneumatici ricostruiti sono esclusi dalla categoria dei rifiuti.
Tra i vantaggi offerti dagli pneumatici ricostruiti va citato sicuramente l’aspetto economico. Questo tipo di gomme permettono di risparmiare tra il 30 e il 60% rispetto a un set nuovo.
Sicurezza
Non abbassate mai la guardia in tema di sicurezza quando siete alla guida! Anche gli pneumatici ricostruiti tutelano questo aspetto fondamentale, in virtù dei test a cui vengono sottoposti per ottenere l’omologazione. In aggiunta a questo, il Codice della Strada impone uno spessore minimo del battistrada, che non deve essere inferiore a 1,6 mm. Di norma, è opportuno far controllare le gomme ricostruite ogni 5 anni.